domenica 17 giugno 2018

A Bucarest con Flixbus: la mia esperienza

Il nostro Flixbus da Bologna a Bucarest, qui in sosta alla stazione di Arad

Avendo avuto la possibilità di acquistare due biglietti Flixbus per l'Europa al costo di €05.99 ciascuno, attraverso una promozione della durata di poche ore segnalatami via email e via app, ho scelto di visitare Bucarest, capitale della Romania chiamata anche "la piccola Parigi". Prezzi degli ostelli particolarmente convenienti, orari gestibili ed ampia scelta di Free Walking Tour in loco mi hanno spinto a riempire il trolley alla rinfusa e partire per questa nuova esperienza di viaggio: ecco il resoconto di entrambe le tradotte!

DA BOLOGNA A BUCAREST

Quando all'autostazione di Bologna si avvicina un Flixbus dagli ingombri più "cittadini" che internazionali, comincio a ripetere sommessamente fa che non sia quello, fa che non sia quello, fa che non sia quello perché, dovendoci passare sopra ventisette ore, spero in un mezzo dalle aspirazioni Gran Turismo... Ovviamente, tanto l'avete già capito, il bus per Bucarest della linea 1928 è effettivamente quello un po' spartano che sta venendo proprio nella mia direzione. 

Bus ben tenuto, ma dotazioni e spazi sono entrambi un po' scarsi

Il bus è comunque un Mercedes e gli autisti sono entrambi impeccabili, almeno nella presentazione. Sono apparentemente il primo ed unico passeggero, per cui dopo un check-in fulmineo posso salire e scegliere il posto che preferisco senza problemi. Gli spazi, che ormai ho imparato a prevedere con una semplice occhiata dall'esterno, sono effettivamente esigui, del tipo che devi sperare di non condividere il posto con nessun altro, altrimenti addio ginocchia. 

Partiamo da Bologna in cinque o sei, la scelta dei posti è quindi piuttosto ampia!

I rivestimenti interni sono di un bel colore rosso e si presentano in condizioni impeccabili: c'è naturalmente il bagno ma, con mio sommo sgomento, mancano i poggiapiedi e le prese elettriche/USB in corrispondenza di ciascun posto. Non chiedo nulla agli autisti perchè in ogni caso non penso possano farci niente, ma noto una ciabatta (elettrica) con otto prese montata sul tetto della toilette per cui, con scatto felino, cambio posto e mi siedo proprio in corrispondenza del bagno. 

La "ciabatta" elettrica posta sopra al bagno

Così facendo potrò collegare il cavetto USB alla ciabatta, quello più lungo che ho portato, farmelo passare sulla spalla e godere - si fa per dire - di una presa quasi privata! Inoltre, una volta occupato il nuovo posto sulla fila di destra, mi accorgo che lo spazio per le gambe è molto superiore: consiglio quindi di guardarsi sempre in giro perché i posti non sono tutti uguali ed in questo è anche possibile reclinare di qualche grado lo schienale senza disturbare nessuno. Benedetti siano dunque questi viaggetti, e con loro le piccole intuizioni che l'arte di arrangiarsi ispira, soprattutto in noi italiani. 

Le fermate intermedie saranno ben quattordici, ma per fortuna dalle 21:00 (Trieste) alle 04:30 (Budapest) di domattina non sono previsti stop, per cui una volta trovata "la posizione" si potrebbe sperare di dormire qualche ora. A pochi minuti dalla partenza si presentano tre ragazze rumene, relativamente piacenti, ed in un certo senso sono contento di non cominciare il viaggio da solo. Partiamo puntualissimi alle 16:40, sotto il sole ormai estivo di Bologna, mentre la radio ci accompagna con un pop tipicamente vacanziero e l'aria condizionata rinfresca, senza infastidire. Alle 16:43 tento di aprire il tavolino situato davanti al mio posto, e si stacca un pezzo di plastica (che appariva già compromesso, giuro): decido allora di fare finta di niente, non fare altri danni e riporre comodamente le mie cose sul sedile di fianco. Dopotutto, penso, con due autisti e quattro passeggeri, lo spazio per allargarci un po' non ci manca.

Dopo qualche critica - ricordo comunque che il viaggio è costato solo 5.99€ grazie ad una promo a tempo apparsa qualche settimana fa sulla app di Flixbus - spezziamo la proverbiale lancia a favore del Wi-Fi, che pare funzionare a dovere una volta effettuato il login. Aspetto l'ingresso in autostrada per allacciare le cinture, metto Spotify in modalità offline (perché se si esagera con lo streaming Flixbus chiude i rubinetti della singola connessione) e mi preparo a godermi il viaggio, mentre il terzo autista a bordo raggiunge le connazionali in fondo al bus per qualche amabile chiacchiera (le ragazze sembrano turbate per una spinosa questione relativa ai biglietti, a quanto mi è dato comprendere, e qualcuna viene già a ricaricare il telefono nella ciabatta di cui sopra, senza silenziare le notifiche...). 

A testimonianza dell'esistenza di un Flixbus "a due velocità", per quanto riguarda dotazioni e livelli di servizio, su questo autobus non viene riprodotto alcun messaggio di benvenuto, né gli autisti si preoccupano in questo senso. Va comunque detto che la marcia è confortevole: il bus scorre liscio (se solo ripenso alle vibrazioni del viaggio da Francoforte a Bologna...), la guida é moderatamente brillante (qualche suonata di clacson, qualche sorpasso impaziente, qualche brusco cambiamento di corsia) e l'atmosfera a bordo - complici le continue risate delle rumene - tutto sommato piacevole. Dopo un ingorgo in autostrada dovuto ad un'auto in fiamme, durante il quale approfitto per scoprire che davanti al bagno c'è un passaggio segretissimo che conduce ad una cuccetta con letto e trapunta, lasciamo uno degli autisti nella lussureggiante Roverdicre (frazione davvero verde in provincia di Rovigo) e ripartiamo tranquilli. A Mestre salgono due ragazzi, per cui il conteggio dei passeggeri giunge a quota sei! A Trieste - città bellissima - sale qualche persona in più, ma credo non siamo più di dodici/quindici. Io accendo il fidato Nintendo DSi XL e gioco a New Super Mario Bros ed Elite Beat Agents fino alle 23 circa, quando gonfio il cuscino e tento il riposino. 

Il bilancio, arrivati a Budapest di primo mattino, é dolceamaro: positivo perché lo spazio a disposizione nel mio posto, il buio ed il discreto silenzio a bordo avrebbero teoricamente dovuto favorire il sonno, e negativo perché in realtà mi sono ritrovato a cambiare posizione ogni trenta minuti ed il computo finale del dormito è fin troppo esiguo per essere effettuato. In ogni caso, mentre dal sole di Budapest ripartiamo in sette/otto, penso di poter dire che anche in questo caso l'esperienza di viaggio su gomma - chiudendo un benevolo occhio sulle continue notifiche che arrivano sui cellulari delle amiche rumene - é soddisfacente. Mentre, ripartiti dalla capitale ungherese, leggo qualche notizia del nuovo governo su Tgcom mi si siede per un attimo accanto un ragazzo orientale (Cina, o forse Singapore) dai modi leggermente effeminati e straordinariamente petulanti, che viaggia l'Europa ed é diretto dalla Polonia a Bucarest. Ci mette tre ore ad esprimersi in un inglese inutilmente ricercato per domandarmi perché il bus è arrivato a Budapest con quaranta minuti di ritardo ed io, ancora assonnato ed in condizioni impresentabili (sono ancora senza scarpe, per favorire la circolazione) ci metto altrettante ore per balbettare con bocca impastata che un piccolo ritardo del genere, forse dovuto alla macchina incendiata in autostrada a Bologna, non lo deve preoccupare. Magari, mi dico, non appena mi sveglieró e riuscirò a darmi una rinfrescata in autogrill, potremmo anche scambiare qualche chiacchiera più compiuta. In realtà questo non succederà, ed il mio amico  - che per convenzione chiameremo Kim - verrà al contrario preso di mira da alcuni ragazzi rumeni saliti successivamente, che si divertiranno a prenderlo in giro (senza che io mi curi di intervenire in sua difesa) fino all'arrivo a Bucarest.

Il petulante Kim scruta l'orizzonte...

Mi meraviglia che nessuno abbia ancora utilizzato il bagno: mi chiedo se per caso gli autisti, che non hanno pronunciato una sola parola non in un rumeno, non abbiano per caso avvisato le connazionali di un qualche malfunzionamento. Superiamo senza intoppi il confine tra Ungheria e Romania, mentre un sole estivo e distese di verde continuano ad accompagnare l'avanzare tranquillo delle nostre ruote. Il ragazzo cinese, che quasi quasi sembrerebbe più coreano (dicono "Kim", quando gli controllano il passaporto) alza - con fare irritato & irritante - la voce contro una delle rumene che più che parlare al telefono urla, quasi volesse farsi sentire da tutti i passeggeri. Ben fatto, Kim! 

Corre anche l'obbligo di segnalare, mentre ripartiamo dalla rustica autostazione di Arad, i frequenti diverbi - sempre in rumeno stretto - che continuano a tenere periodicamente banco tra gli autisti ed una in particolare delle colorite passeggere, credo per una faccenda di peso o dimensioni del bagaglio: continueranno a rinfacciarsi qualcosa mandandosi a quel paese fino alla fine del viaggio. L'unica stazione nella quale sale un po' di gente é Sibiu (strada Europa Unita) nella quale arriviamo puntuali a metà pomeriggio sotto un solleone praticamente agostano. Spero, detto tra noi, che una volta arrivati nel centro della capitale il tenore possa un pochino elevarsi... perché anche la clientela di Sibiu non mi fa ben sperare in questo senso, compresa una ragazza dall'aspetto trascurato che non smetterà mai di parlare, da sola. In compenso sarà l'unica ad accorgersi che stiamo ripartendo da Brasov dimenticando qualcuno... 

Per i feticisti del piede, Flixbus può costituire un'alternativa stuzzicante.

Nessun conteggio delle persone alle ripartenze, nessun messaggio ai passeggeri che non fosse in rumeno, piedi nudi ed infradito che fanno spontaneo capolino i sedili: partito "neutrale" da Bologna, il viaggio si è progressivamente trasformato in una specie di film di Kusturica in 4D, che ha coinvolto tutti i nostri sensi. Come ha scritto qualcuno, su Flixbus ce n'è sempre almeno uno (di tipi strani), e bisogna metterlo serenamente in conto. Allo stesso tempo, tranquillizzo il lettore evidenziando come raramente si tratti di circostanze in grado di impattare in modo forte ed inevitabile sul proprio viaggio: nella maggior parte dei casi basterà badare a se stessi ed infilare un paio di auricolari nelle orecchie per isolarsi da notifiche selvagge, nasi che tirano su, toni di voce inspiegabilmente alti ed altri esempi di maleducazione minore quanto diffusa. Per gli odori, invece, assuefazione e conseguente capacità di sopportazione saranno le uniche prospettive realistiche alle quali votarsi. Attraversando i paesi della campagna rumena si compie un vero e proprio viaggio nel viaggio, anche nel tempo: non è infrequente imbattersi in cani randagi e galline che razzolano per le strade, mentre si notano ovunque cartelli  con le scritte "VULCANIZARE" ed "ECHILIBRARE", per cui se vi servisse un gommista sappiate che a queste latitudini non avrete problemi a trovarne più di uno. Facendo un recap finale di questo primo viaggio, devo dire che tutto si è svolto in modo tranquillo, ordinato e puntuale: le pause sono state frequentissime, l'ambiente a bordo si è rivelato sufficientemente vivibile e, nonostante l'incomunicabilità con gli autisti, ho avuto la percezione di viaggiare sempre sicuro. Valgono naturalmente le raccomandazioni che ho sempre formulato nel corso dei miei modesti report (prima delle quali: rimanere sempre vigili ed informati durante un viaggio in autobus), ma per meno di sei euro non penso fosse onesto nemmeno immaginare di chiedere di più. Ultimo consiglio per chi arrivasse per la prima volta alla stazione dei bus di Bucarest (autogara Militari) ed avesse necessità di spostarsi con i mezzi: Uber è la scelta migliore e più sicura, conoscerete in anticipo il prezzo della corsa, non correrete il rischio di affidarvi a tassisti furbi o peggio ancora abusivi, non dovrete ricorrere all'uso di contanti e con un po' di fortuna vi capiterà anche un driver parlante inglese (o italiano) pronto a darvi qualche informazione utile per il vostro soggiorno.

DA BUCAREST A SIBIU

Già presentarsi alla stazione dei bus di Bucarest alle due del mattino, trovandola chiusa e semideserta non é il massimo... se in più si viene invitati a salire su un autobus diverso ed avvisati che si dovrà prendere una coincidenza in una sperduta città rumena (nonostante il mio biglietto indicasse chiaramente che il viaggio sarebbe avvenuto senza cambio), beh, diciamo che non partiamo col piede giusto. Almeno non piove, già. 

Il bus da Bucarest a Sibiu: ma non doveva essere un viaggio "senza cambio"?!?

Unico ad attendere il bus diretto a Bologna/Napoli, vengo avvicinato da un inserviente dell'Autogara Militari che mi invita con gentilezza a seguirlo fino al bus per Rennes. L'autista, che fortunatamente parla inglese, ha in effetti il mio nome in lista e - notando la mia perplessità - mi rassicura dicendo che troverò il "mio" bus a metà mattina presso la stazione di Sibiu, in strada Europa Unita. Non avendo un biglietto per questa tratta con relativo itinerario, non ho la minima idea di quando arriveremo in questa città, per cui anche i riposini, per quanto sempre difficili ed infrequenti, dovranno cedere il passo ad un atteggiamento sempre vigile per non perdere la fermata giusta. Ed inoltre, mi chiedo: se non avessi ordinatamente atteso il mio bus proprio in corrispondenza dello stallo per Napoli, e mi fossi seduto su una panchina qualche metro più in là, magari meno visibile ed illuminata... come avrebbero fatto a trovarmi, riconoscermi ed avvisarmi dell'improvviso cambiamento di programma? Il mistero, pur con tutto il bene che voglio alla società tedesca, è inquietante nel senso più letterale del termine. Dispiaciuto per non essere stato avvisato da Flixbus in merito a questa eventualità (il pensiero va sempre agli anziani ed alle persone meno abituate a viaggiare, le quali questi cambiamenti di programma potrebbero diventare causa di incertezza ed apprensione, nonchè produrre disagi gravi ed oggettivi), salgo rassegnato sul bus per Rennes e prendo posto al secondo piano. Per fortuna il mezzo é bello e nuovo, lo spazio ragionevole, il Wi-Fi funzionante con la disponibilità, mai vista fino ad ora, di un fornito mobiletto-frigobar situato al piano inferiore. Purtroppo in corrispondenza del mio posto non c'è traccia di prese elettriche né USB: benedico ogni volta il mio powerbank da 20.000 mAh che mi libera dalla schiavitù delle prese e delle ricariche. L'autista appare molto professionale, anche nella verifica dei nominativi dei passeggeri prima della partenza, per cui scelgo di mettermi il cuore in pace e godermi per quanto più possibile il viaggio (almeno quello fino a Sibiu!), notifiche dei cellulari rumeni permettendo... come cavolo fanno, rumeni e non, a non capire che basterebbe sostituire per qualche ora la vibrazione alla suoneria per rispettare un po' di più gli altri viaggiatori?!? Quanto mi manca la Scandinavia, quanto mi manca... 

Partiamo dunque, ed ovviamente non viene trasmesso alcun messaggio di benvenuto: le indicazioni dell'autista, per contro, sono solo in rumeno, per cui anche in questo caso c'è poco da raccontare. La guida è del tipo extra-rilassante, il bus sembra procedere su rotaie ed é anche molto silenzioso, quasi fosse elettrico. Mentre comincia ad albeggiare, apro Google Maps per localizzare Sibiu: siamo a circa 265 kilometri, per cui non dovrebbe volerci molto prima di fare questo benedetto cambio e toglierci il pensiero una volta per tutte. Il viaggio procede in effetti molto tranquillo fino alla mia stazione di destinazione, dove l'autista si ricorda del mio cambio venendomi quasi incontro al momento di consegnarmi il bagaglio: con altrettanta gentilezza mi indica poi il terzo Flixbus posteggiato della piazzola, ovvero quello che finalmente mi porterà - speriamo senza ulteriori fuoriprogramma - nell'amata Emilia-Romagna.

DA SIBIU A BOLOGNA

Il livello di questo secondo bus è buono: gli spazi sono più che discreti, i sedili hanno una tappezzeria morbida, la rete Wi-Fi funziona bene (così come l'aria condizionata, sparata a manetta), ci sono due schermi LCD, il bagno, un totale di cinque persone a bordo e soprattutto delle mini-ciabatte elettriche montate sopra ogni coppia di sedili (nonché la maxi-ciabatta posta "sul tetto del bagno", come in occasione del viaggio di andata). Si tratta di una soluzione forse poco elegante ma almeno pratica, sempre che cavo e presa una volta collegati non ti ricaschino sulla testa per il troppo peso o per la lunghezza insufficiente del cavetto USB, che manterrebbe il dispositivo da ricaricare in un precario stato "a penzoloni" tra un passeggero e l'altro. In ogni caso le prese ci sono ed è già qualcosa, il problema di come utilizzarle - o non rimanerne vittime - verrà in un secondo momento. 

Il bus da Sibiu a Bologna: da notare le ciabatte elettriche avvitate sopra ai sedili!

Fa comunque piacere notare come le società consorziate - il nome di questa rumena non é riportato nella porta anteriore, come di solito avviene - facciano il possibile per offrire ai viaggiatori il pacchetto standard offerto da Flixbus, nella sua completezza. Qualcuna ci riesce in scioltezza, altri ci sono quasi, altri ancora arrancano più per apparente disinteresse che per limitazioni tecniche. Io reclino il tavolino per metterci sopra telefono, powerbank e Nintendo DSi XL, ed alle 10:42 la piccola e silenziosa combriccola può mettersi finalmente in movimento. Calcolatrice alla mano, realizzo che sono all'incirca 13.715 i kilometri percorsi via bus sulle strade d'Europa, dal 26 Marzo scorso: posso dunque inserire un "Master in Flixbus" nel mio CV? La domanda sorge sotto il diluvio nei pressi della cittadina di Deva, dove ci fermiamo per una pausa nei pressi del ristorante McDonald's, mentre il bus si popola ed io perdo la mia indipendenza, quando un rumeno tatuato tabagista ed affannato mi si siede di fianco. Mi addormento sulle note di The Boy Does Nothing di Alesha Dixon, trasmessa alla radio. 



Il viaggio procede tranquillo, benché in solo rumeno: sulle strade non c'è traffico e gli autisti riescono a presentarsi costantemente in anticipo presso le singole fermate, circostanza che permette ai viaggiatori di sgranchire le gambe, approfittare di toilette a terra ed acquistare qualcosa presso le stazioni di servizio o alcuni banchetti più o meno improvvisati che si incontrano con regolarità. Tante persone scendono ad Arad, per cui proseguiamo verso Budapest in numero ridotto. Io torno nuovamente e felicemente "single", per cui posso sistemarmi un po' più comodo occupando entrambi i sedili. Dopo una lunga fila per il controllo dei passaporti ci fermiamo in un autogrill ungherese, dove compro dei crostini al gusto pizza, un' acqua alla mela... ed un'acqua e basta. Dopo venti minuti ci rimettiamo in movimento alla volta di Budapest, che sarà la nostra ultima tappa estera prima del rientro in Italia. Ora sul bus si sta davvero bene, tutti sono rifocillati e silenziosi, qualcuno guarda il sole che tramonta dietro le nuvole, io penso alla configurazione da adottare più tardi per provare a riposare ed attivo Shazam per conoscere il titolo di una allegra canzone rumena che accompagna perfettamente il mio stato d'animo rilassato. Buon ascolto!




Alle 21:30 ripartiamo da Budapest, con tanto di proiezione di film su doppio schermo (Bright, quello con Will Smith che fa il poliziotto insieme ad un collega alieno tutto blu) accompagnato dal folk rumeno che cola dagli altoparlanti senza soluzione di continuità. Gli autisti si fanno anche un caffè con una macchina segretissima nascosta in un vano davanti al bagno ma a noi non offrono niente, per cui non possiamo fare altro che fingerci disinteressati come la volpa e l'uva e prepararci per la nuttata. Mentre costeggiamo il romantico Danubio mi tolgo le scarpe e mi faccio un risvolto della parte più alta del calzino sul piede, manovra brevettata per contenere gli odori più "sportivi" (Nike, nel mio caso). Rigonfio il cuscino Rainaco comprato su Amazon, mi stendo la giacca della tuta a mo' di copertina  e - soprattutto, manovra segreta - separo i sedili in senso orizzontale quanto più possibile per aggiungere cinque o sei preziosi centimetri al mio "letto": questa volta il risultato è assicurato, perché riesco a dormicchiare fino a quando non veniamo svegliati per il controllo dei passaporti da parte della polizia slovena. Ci fermiamo per una pausa di quindici minuti e ne approfitto per ricompormi, anche perché mi sono svegliato raggomitolato come un gatto e sento il petto indolenzito. In ogni caso non c'è motivo per non confermare lo stesso setup anche per la seconda parte del viaggio. Senza che quasi mi accorga di nulla, perchè abbandonato in un piacevole torpore, effettuiamo le fermate di Trieste, Mestre e Padova, ed é davvero bello scoprire, provando ad aprire gli occhi inevitabilmente stanchi ed appiccicaticci, che siamo già diretti a Bologna!

Bonus Tip: se le vostre cose continuano a cadere dai tavolini, assicuratele con un elastico!

Se escludiamo la sorpresa del cambio non preventivato, devo dire che anche questo viaggio di ritorno si è svolto in modo tranquillo e ragionevolmente riposante: guida tranquilla, frequenti soste, panorami suggestivi... insomma, le ore sono come sempre volate ed anche se la durata del viaggio può essere fisicamente impegnativa, i soliti accorgimenti affinati nel corso degli ultimi viaggi si sono rivelati efficaci per macinare kilometri senza alcun tipo di (grave) disagio. A conti fatti posso archiviare un'altra piacevole esperienza contraddistinta dai colori sgargianti di Flixbus: torno a casa contento e soddisfatto, ed anche questa volta non passano che poche ore prima che apra di nuovo la app per pensare alla prossima destinazione.

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