martedì 7 agosto 2012

Prova comparativa tra 4 amplificatori per cuffie low-cost

Appassionato di alta fedeltà dai tempi di Stereoplay, ed abbonato a Stereophile ormai da qualche anno, ho dovuto rinunciare da qualche tempo ai servigi del mio coordinato Marantz in favore di soluzioni salva-spazio compatibili con la metratura da monolocale nella quale vivo. 

Per nulla scoraggiato dal down-shift, nè dalla tristezza globale che sembra ammantare questi tempi di crisi, ho quindi intrapreso un cammino - rigorosamente low-cost - alla ricerca di soluzioni che mi possano offrire un audio decente nel poco tempo libero. Se per l'ascolto con casse mi sono rivolto ad un micro hi-fi Onkyo CR-535, del cui rapporto qualità-prezzo posso dirmi soddisfatto, ho accumulato una serie di cuffie e gingilli che mi tengono compagnia durante il lavoro al computer. 

Armato di cuffie Superlux HD668B e di un notebook Compaq 6720s con a bordo una scheda audio SoundMAX HD prodotta da Analog Devices, ho quindi deciso di effettuare una prova d'ascolto tra quattro soluzioni molto diverse tra loro, ma accomunate dal fatto di costare decisamente poco. Tutte le prove di ascolto sono state effettuate tenendo i volumi del PC (scheda audio e WMP11) al 100%, agendo quindi sui singoli amplificatori per la regolazione del volume di riproduzione in cuffia.
La prova comparativa si è svolta ascoltando alcuni brani tratti da Empire dei Queensryche (file rippati dal mio CD originale con WMP11 a 320kbps), un capolavoro sospeso tra heavy-metal e progressive rock che conosco piuttosto bene, pubblicato da EMI USA nel 1990.
La mia curva di equalizzazione su Windows Media Player 11
(sistema operativo Windows Vista Business) 
Tra le cuffie in mio possesso (Panasonic, Sennheiser e Teufel) ho scelto di utilizzare le Superlux HD-668B, prodotto dall'eccellente rapporto qualità-prezzo con queste caratteristiche tecniche:
  • Type: Dynamic
  • Frequency response: 10 – 30,000Hz
  • Acoustic design: semi-open
  • Driver: 50 mm, 38µ double dome, neodynium magnet
  • Voice coil (at 1,000Hz open circuit voltage): 56 Ohms, copper coated aluminum wire
  • Sensitivity: 98dB SPL, 1mW
  • Total harmonic distortion: <0.3% at 1KHz/1V
  • Maximum power: 300mW
  • Headband pressure: Approx. 3,5N
  • Net weight: 222 grams (7.95 oz)
Ed ora avanti con le prove!


Prova n. 1
FiiO E5
Circa €25.00 su eBay


Presentazione:

Fiio è una dinamica ditta cinese specializzata in soluzioni per l'audio portatile dall'ottimo rapporto qualità/prezzo: tra DAC ed amplificatori per cuffie, la mia scelta è ricaduta sull'E5, un pratico amplificatore digitale grande come la fibbia di una cintura, facilmente trasportabile grazie alla clip posta sul retro e ricaricabile con una normale presa USB. Oltre a disporre di un ingresso ed un'uscita in formato mini-jack, il FiiO E5 presenta un controllo volume digitale, una spia che ne segnala il funzionamento e la fase di carica, ed un selettore per aumentare la resa dei bassi durante l'ascolto.

Caratteristiche tecniche:
  • Output Power: 150 mW (16 ohms Loaded); 12 mW (300 ohms Loaded) 
  • Signal to Noise Ratio: More than 95 dB (A Weight) 
  • Distortion: Less than 0.009% (10 mW) 
  • Frequency Response: 10 Hz - 100 kHz 
  • Suitable Headphone Impedance: 16 ohms - 300 ohms 
  • Weight: 30g 
  • Power Supply:build-in 200mAh rechargerable battery 
  • Dimensions: 44.2mm x 38 mm x 12.6 mm
  • Preamp Opamp: OPA2338UA
  • Poweramp Chip: TPA6130A
Impressioni di ascolto:

Con il volume al massimo, ed in assenza di segnale, l'amplificatore emette un fruscio facilmente avvertibile, ma che per fortuna viene prontamente nascosto all'avvio della riproduzione musicale. L'opener Best I Can è perfetta per valutare le capacità dinamiche del mini-amplificatore di FiiO: scegliendo di non esaltare forzatamente i bassi con lo switch dedicato, è il suono del tappeto di tastiere a prevalere su quello del basso, con le frequenze più profonde che risultano anch'esse presenti ma sicuramente non brillanti. L'E5 sembra rendere al meglio le frequenze intermedie: voci e chitarre occupano la scena, senza che però ne venga resa una convincente dimensione tridimensionale. La ricostruzione della scena sonora risulta quindi carente, dal momento che si ha costantemente l'impressione di ascoltare musica in uscita da un paio di cuffie, senza che possa generarsi, anche solo per un attimo, l'illusione di assistere ad un'ariosa performance dal vivo. Nonostante un volume soddisfacente, la sensazione è quella di dover fare i conti con un velo ovattante posto tra l'ascoltatore ed il suono emanato dalle Superlux, in grado di limitare il senso di coinvolgimento durante una sessione d'ascolto particolarmente attenta. L'impressione è confermata dall'avvio di The Thin Line, che non brilla come potrebbe: il charleston è presente ma non ficcante, così come l'intreccio delle voci suona impastato, e meno etereo di quanto si potrebbe desiderare. Il contrasto tra le chitarre ed il basso (che caratterizza fortemente il finale di questo brano, così come il movimento stereoscopico delle tastiere) non viene particolarmente esaltato, la batteria sembra più accompagnare che dettare il tempo, e l'impressione è quella di un suono appiattito, artificialmente compresso. Attraverso il mini amplificatore di Fiio la cassa che detta il tempo di Jet City Woman non picchia come ricordavo (impressione confermata dall'intermezzo parlato di Empire, piuttosto loffio), le chitarre non si ergono sulle trame sottostanti (generando un affascinante senso di attesa ed inquietudine) ed il ride che dovrebbe far brillare il chorus rimane invece abbastanza nascosto, tristemente spuntato nonostante la curva di equalizzazione impostata in Windows Media Player e riportata ad inizio della pagina. Della Brown conferma la correttezza delle impressioni riportate fino a questo momento: il disco è interamente giocato sul contrasto tra le frequenze più alte e quelle più basse, contrasto che si perde dal momento che l'E5 non sembra a proprio agio su nessuno dei due terreni. La voce, protagonista del brano, non presenta particolare dettaglio nè fisicità, come se l'amplificatore non riuscisse a trarre vantaggio dalla facilità con la quale riesce a riprodurla. Al prodotto di FiiO va comunque riconosciuta la capacità di presentare un insieme sicuramente non raffinato, ma almeno compatto: al di là delle difficoltà presentate sugli estremi di frequenza, l'ascolto risulta sempre sufficientemente piacevole, e per nulla faticoso, quasi che l'amplificatore applicasse una democratica, felpata rotondità ad ogni suono. A farne le spese sono i momenti nei quali una convincente resa sonora dovrebbe far sentire l'ascoltatore circondato da voci e strumenti: da questo punto di vista il finale di Empire può esaltare le caratteristiche di ogni amplificatore, allo stesso tempo evidenziandone impietosamente i limiti come in questo caso. Se quindi le parti strumentali non brillano come dovrebbero, l'insieme risulta solido e coerente, nonchè capace di una discreta separazione tra i canali, caratterizzando un prodotto a tutti gli effetti low-cost ma i cui obiettivi in termini di performance sono chiari. L'E5 amplifica ed ovatta, senza distorcere nè colorare il suono per nascondere le sue mancanze, inevitabili in virtù del costo così contenuto. Il prezzo da pagare è una evidente carenza di dettaglio (Another Rainy Night manca di sofferenza e di trasporto umano, ed il "Without You" finale non si insinua nella testa dell'ascoltatore come dovrebbe), generalmente trascurabile per l'ascolto portatile al quale il prodotto cinese è destinato.

Voto 6

Prova n. 2
Amplificatore ibrido Miridiy Class-A
Circa €40.00 su eBay


Presentazione:

Con l'arancione incandescente della sua valvola 6N11 ed il led blu che ne segnala il funzionamento, il Miridiy è un piccolo oggetto capace di affascinare. Caratterizzato da dimensioni contenute e da un nude-look che permette di vedere (e volendo anche toccare) la componentistica utilizzata, questo originale dispositivo sfrutta una sezione digitale per amplificare il suono, ed una sezione stereo valvolare per conferirvi quella tonalità calda ed avvolgente tipica dello stadio analogico. Sparsi su tre lati troviamo il potenziometro per la regolazione del volume, un ingresso RCA ed uno mini-jack, la presa per l'alimentatore esterno ed uno switch, robusto ma piuttosto old-style, per l'accensione e lo spegnimento. 


Caratteristiche tecniche:
  • In Put Power: DC24V
  • Input Sensitivity: 50mV
  • Input Impedance: 100KOhm
  • Out-Put Impedance: 20~600 Ohm
  • Gain: 20dB
  • Frequency response: 10Hz-60KHz +/- 0.25dB
  • Signal/Noise Ratio: >91dB
  • Dynamic range: 84.6dBA(300 ohm) 89.8dBA(33 ohm)
  • THD: 0.016%(300 ohm) 0.45%(33 ohm)
  • IMD + Noise: 0.045(300 ohm) 0.42(33ohm)
Impressioni di ascolto:

Una volta riscaldata per qualche secondo la valvola 6N11 che lo equipaggia, il mini amplificatore Miridiy è pronto per sostituire al leggero fruscio del suo silenzio le note spaziali di Best I Can. La scena sonora appare subito più ampia ed avvolgente di quella resa dall'E5: nonostante un dettaglio non ottimale, il timbro generale è più musicale, esaltato da frequenze alte più facilmente percepibili ad una resa del basso che costituisce uno dei punti di forza di questa amplificazione valvolare. L'ingresso delle chitarre al momento dell'assolo avviene con la giusta enfasi, e se anche il suono non può definirsi propriamente analitico, risulta più semplice posizionare i vari strumenti, seguirli singolarmente e percepire una sensazione di musicalità avvolgente senza soluzione di continuità. I piatti sono piacevolmente ariosi e talvolta tendono a prevalere sugli acuti di Geoff Tate: le prime note di The Thin Line li pongono in primo piano insieme al basso, e con l'ingresso della cassa si completa un quadro che, forse non strabiliante per pura resa tecnica (inutile pretenderlo, con 40 Euro), riesce comunque ad emozionare. Il contrasto tra charleston e basso si percepisce con chiarezza, mentre la mancanza di dettaglio si fa sentire quando l'hi-hat viene chiuso ed accentato, occasione in cui tende ad impastarsi. Il gioco di voci, tastiere ed effetti nel finale della canzone è reso piuttosto bene, con un ottimo senso del ritmo ed una soddisfacente separazione tra i canali. Il Miridiy si rivela quindi in grado di rendere in modo convincente i passaggi che caratterizzano il disco: pur senza eccellere, il mini amplificatore ibrido se la cava egregiamente con ogni tipo di sonorità, scaldando il suono senza distorcerlo e mettendoci, mi si perdoni la mancanza di tecnicismo, del cuore. Con queste premesse la sua resa trabocca di quella umanità che mancava, ad esempio, al più economico E5: pur sofferente nei passaggi più algidi di Jet City Woman (che davvero verrebbero esaltati da una riproduzione analitica e priva di colorazione), il Miridiy si fa perdonare con l'efficace resa dei cori, con una ricostruzione ampia della scena sonora, con una riserva infinita di respiro e volume (difficilmente porterete il potenziometro oltre la metà della sua corsa) ed una generosità di fondo che appaga l'audiofilo meno esigente. Pur non brillantissimo, e senza dimenticare i limiti di una cuffia semi-aperta, l'ampli si comporta elegantemente durante l'intro di Della Brown ed ancor meglio durante il suo delicato intermezzo strumentale, finalmente libero dal fastidioso sibilo delle consonanti: la stessa autorità è dimostrata durante le prime travolgenti note di Another Rainy Night, presentate con grande impatto, così come in Empire, dove è netto lo stacco tra la voce in segreteria telefonica e l'inizio della canzone, con tutti gli strumenti (ed una menzione particolare per la cassa) resi con la giusta potenza.

Voto 7


Prova n. 3
Ampli/DAC Ha-Info NG27 2011
Circa €50.00 su Headfishop.com


Presentazione:

Diversamente dai prodotti che lo hanno preceduto nella prova comparativa, l'NG27 non si limita ad amplificare il suono proveniente dal PC, ma si occupa anche - grazie alla sua componentistica interna - di tradurre in analogici i segnali digitali provenienti dalla porta USB. La conversione quindi non dipende più dall'integrato di Analog Devices, ma viene gestita esternamente dal DAC, che quindi interviene in misura più radicale sul materiale audio che gli viene somministrato (operando, in soldoni, come una scheda audio esterna che decodifica un segnale e poi lo amplifica). Il prodotto Ha-Info si contraddistingue per un peso che comunica solidità, per un'ottima qualità costruttiva e per l'elegante finitura in alluminio: sul pannello frontale, satinato, troviamo l'uscita cuffie, il potenziometro per la regolazione del volume, lo switch di accensione e la relativa spia; sul retro sono invece disponibili l'ingresso USB, un'uscita RCA e l'attacco per l'alimentazione esterna.

Caratteristiche tecniche:

  • Size: 7.5cm x 3.2cm x 11cm (width x high x deep)
  • Input Interface: USB
  • USB INPUT: PC2001 USB-B (plug and play, Windows2000 or Higher)
  • Sampling ratio: 16Bit 32K 44.1K 48k
  • Output Interface:  6.35 stereo headphones output, RCA Line-Out.
  • Analog output:Line-Out (2V RMS)
  • Frequency response: 20 Hz-20Khz. (+0.5,-0.1) (Output Load 32ohm)
  • Noise level, dB (A): <-90dB (Output Load 32ohm)
  • Dynamic range, dB (A): > 90dB (Output Load 32ohm)
  • Stereo crosstalk, dB: <-78dB (Output Load 32ohm)
  • THD + N (total harmonic distortion plus noise): 0.002%.  (1Khz 0dB, Output Load 32ohm)
  • Componenti interni: Burr-Brown PCM2702E + Texas Instruments OPA2604AP + PHILIPS BD139/BD140
Impressioni di ascolto:

Collegato l'alimentatore ed il cavetto USB, il DAC di Ha-Info viene automaticamente riconosciuto da Windows, sostituendosi come spiegato poco sopra alla scheda audio montata sul computer. Il primo aspetto che colpisce di questo amplificatore è la totale mancanze di rumore di fondo: pur alzando il volume al massimo non si avverte infatti alcun fruscio, probabilmente perchè la scheda audio non lavora in assenza di un flusso di dati digitali da elaborare. Com'era prevedibile, l'impatto di Best I Can riprodotta dall'NG27 è differente da quello dell'amplificazione provata fino ad ora, indice di una qualità superiore della componentistica dedicata sia alla conversione D/A che all'amplificazione del segnale. Se dovessi scegliere un aggettivo per definire il suono dell'Ha-Info direi "elegante": la resa del dispositivo è infatti quadrata e brillante, caratterizzata da una bella impressione di equilibrio e misura. Le consonanti pronunciate da Tate, così come gli accenti sui piatti, non sibilano più come avvertito in più occasioni con il Miridiy, la batteria possiede la giusta presenza esplosiva e le chitarre riescono a ricavarsi uno spazio sul resto della scena, al momento dell'assolo. La stessa sensazione di ariosità permea le prime note di The Thin Line: il charleston è finalmente ficcante come lo ricordavo sul Marantz di casa, le voci crescono dolci e sinuose e la resa complessiva di tutti i suoni rimane ordinata, anche nei momenti di maggiore affollamento. Il basso è meno invadente di quanto avvertito con la valvola, e pare fondersi meglio con la cassa: gli interventi di chitarra vengono collocati con precisione nello spazio, la separazione tra i canali appare più netta di quanto ravvisato in precedenza ed il finale del brano, con il suo intrecciarsi di suoni e fiati, rende giustizia alle capacità dell'economico NG27 di produzione cinese. Pienamente soddisfacente la resa di Jet City Woman: il contrasto tra basso e charleston si realizza in modo compiuto, così come nella successiva Della Brown, la voce è riprodotta senza artifici ed è piacevole farsi condurre dalla classe della band lungo tutta la durata di entrambe le canzoni. Stessa brillante sensazione ritroviamo in Another Rainy Night: l'amplificatore svolge il proprio compitino senza alcun tipo di affanno, presentando ogni suono con ordine e giusto impatto. Particolarmente apprezzabili risultano i passaggi sui tom della batteria, il crescendo viscerale delle chitarre ritmiche, la presenza discreta del basso, la resa puntuale dei piatti e la potenza dei cori, nei quali per la prima volta è possibile individuare le singole voci che li compongono. Pregi questi confermati dall'ascolto finale di Empire: la cassa sostiene l'incidere della canzone dall'inizio alla fine, le chitarre scorrono come fiumi in pieni da una parte all'altra della scena ed il charlie scandisce il ritmo senza affaticare. Con un prezzo che lo pone più o meno in linea col prodotto ibrido (ma non dotato di DAC) di Miridiy, l'NG27 costituisce una scelta diversa, consigliata per chi preferisce assecondare i propri gusti con un maggiore dettaglio, un suono più composto e meno colorato. Entrambi i prodotti, pur tenendo conto della diversa impostazione progettuale, se la cavano comunque egregiamente con ogni genere musicale: nulla vieta di ascoltare heavy-metal con la valvola e musica jazz attraverso uno stadio digitale. Le diverse regolazioni che rimane possibile effettuare via software permettono di personalizzare la resa finale di ogni apparecchio, facendo in modo che anche solo uno di essi sia sufficiente per tutti i nostri ascolti domestici e rigorosamente low-cost.

Voto 7,5

Prova n. 4
Lepai LP-200
Circa €15.00 su Goodluckbuy.com




Presentazione:

Tra i prodotti low-cost, questo deve essere uno dei più convenienti: venduto ad un prezzo incredibilmente basso, che talvolta comprende anche le spese di spedizione in ogni anfratto del mondo, il Lepai LP-200 è un amplificatore che può essere utilizzato in auto, così come in ambito domestico. Decorosamente rifinito in alluminio e plastica, l'amplificatore è molto leggero e presenta sul frontale il pulsante di accensione/spegnimento, l'ingresso per le cuffie e tre plasticosi controlli riservati ad alti, bassi e volume. Sul retro troviamo invece due ingressi audio (in formato RCA e mini-jack), la presa per l'alimentatore e le uscite per pilotare una coppia di casse.

Caratteristiche tecniche:
  • P.M.P.O: 2X50W
  • R.M.S: 2X20W
  • Input power: 12v 2A DC
  • Input sensitivity: 200mv
  • Input impedance: 47k
  • Frequence response: 20Hz-20kHz
  • Speaker impedance: 4-8ohm
  • Minimum THD: <0.05%
  • Signal noise to ratio: >100db
Impressioni di ascolto:

Il Lepai LP-200 è un amplificatore che si guarda, ed ascolta, con simpatia, tanto irrisorio è il prezzo al quale i cinesi sono ben disposti a spedirlo in ogni parte del mondo. Ideale per la casa della vacanze, o per realizzare un progetto scolastico, l'economico Lepai è un dispositivo capace di 20W per canale che mi piacerebbe mettere alla prova con un bel paio di casse, in un prossimo futuro. Oggi ci limitiamo invece alla prova dell'uscita cuffia, disposti ad accettare di buon grado qualsiasi prestazione questo piccolo aggeggio sia in grado di fornire. Dopo aver avvertito un fruscio in linea con quello degli ampli presentati di seguito (a differenza del DAC di Ha-Info), calibriamo le manopole di alti e bassi e lasciamo il posto a Best I Can, prima traccia del disco dei Queensryche scelto per questo test senza pretese. Con grande sorpresa rileviamo che la resa del Lepai è assolutamente soddisfacente! Grazie alla generosa riserva di potenza ed alla possibilità di intervenire manualmente sui controlli di tono riusciamo infatti ad ottenere un suono abbastanza brillante e coeso, con i bassi in discreta evidenza, una voce resa senza distorsioni e piatti "semplificati", per quanto presenti. L'LP-200 non brilla certo per dettaglio nè per resa spaziale, eppure si presenta ritmico e di un'autorevolezza modesta, comunque sufficiente a garantire un ascolto piacevole. Meno sibilante del Miridiy e leggermente meno impastato del FiiO (per quanto meno portatile), il Lepai suona meglio di quanto il suo aspetto pacchiano - con tanto di scritta Super Bass e HI-FI CD.MP3.MP4 - lasci sperare. Una volta effettuate le regolazioni del caso, comunque necessarie ad instillare un po' di vita in una performance che diversamente si presenterebbe assai piatta, la prestazione del piccolo amplificatore è godibile: sacrificando spazialità e dettaglio, l'apparecchio offre un suono privo di evidenti difetti, garantendo una riproduzione scorrevole, per quanto non esaltante. Nonostante i contrasti di The Thin Line siano appiattiti dalla mancanza di delicatezza, la canzone si lascia ascoltare senza che particolari artifici ne compromettano la godibilità: le voci sono un po' arretrate ma in felice compagnia di tutto il resto, i piatti sono nitidi per quanto non brillanti, ed anche la separazione tra i canali appare sufficiente a garantire una discreta resa stereofonica. Il finale della canzone sembra addirittura esaltare il Lepai, con un ride arioso ed un charleston altrettanto convincente all'avvio della successiva Jet City Woman. Per quanto la resa musicale non sia vivida come quella fornita dall'NG27, nè colorata come nel caso del Miridiy, l'LP-200 possiede una sua personalità che lo porta a lavorare senza strafare, quasi consapevole dei propri fisiologici limiti: privo di qualità per cui valga la pena scrivere a casa, ma anche di difetti macroscopici che ne impediscano il funzionamento, l'amplificatore si mantiene su una prudente linea mediana che stupisce in virtù del risibile prezzo richiesto. Il basso rimane individuabile lungo tutto l'arco della canzone, i cori appaiono compressi ma non del tutto devitalizzati, manca la dinamica ma non un certo senso del ritmo, che invita ad abbandonarsi alla musica senza curarsi troppo delle specifiche tecniche. Davvero buona la resa delle frequenze più alte, senza sibili, e la corsa dei bassi, che potrebbero essere ulteriormente esaltati intervenendo e sperimentando sulla manopola dedicata. In virtù di quanto detto anche Della Brown viene suonata con una parvenza, se non di eleganza, almeno di elegante misura: per quanto non si riescano a percepire dettagli nel rullante o nelle pennate di chitarra, l'insieme scorre senza intoppi, e sta all'ascoltatore/recensore immaginare un guizzo, anche quando il piccolo Lepai sa di non poterlo regalare. La parte strumentale della canzone si offre con una dolcezza prevedibile, obbligata per limiti costruttivi ma non per questo meno apprezzabile, ed anche se il suono rimane confinato all'interno dei trasduttori al neodimio di Superlux, potenza ed assenza di distorsione permettono una buona esecuzione dei momenti meno complessi, nei quali è minore l'esigenza di distinguere strumenti, finezze esecutive e direzioni. Come naturale, questo amplificatore non rivela nulla del contenuto dei file musicali che già non conoscessi: tuttavia la quadratura con la quale presenta le note iniziali e l'assolo di Another Rainy Night, e la relativa incolumità (with flying colors, direbbero gli anglosassoni) con la quale supera l'impegnativa prova di Empire (avvio di grande impatto, chitarre liquide, timing a tratti  traballante ma ottimo intermezzo parlato), lo rendono probabilmente la vera sorpresa di questa giornata, ed aumenta la curiosità di metterlo alla prova con un paio di vere casse hi-fi, se non altro "per vedere l'effetto che fa".

Voto 6,5


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