martedì 21 gennaio 2020

Recensione ACACIA - RESURRECTION


Acacia
Recensione: Resurrection



Formati all’inizio degli anni novanta e subito notati dalla piemontese Underground Symphony (che nel 1996 avrebbe pubblicato il debutto “Deeper Secrets”), il progetto Acacia conobbe una battuta d’arresto solo pochi anni più tardi, ponendo la band in una sorta di letargo artistico il cui risveglio coincide con la release di questo Resurrection, un album per il quale la trattazione del concetto di rinascita appare come una missione ineludibile e catartica, come fosse scritta nelle stelle.

La determinazione con la quale, nonostante il lungo periodo di lontananza dalla scene, si è voluta proteggere una piccola espressione di continuità – continuando a scrivere e comporre nuovo materiale, per quando il momento sarebbe stato propizio – è già di per sé una bella storia di amore e speranza, di sentimenti inesauribili capaci di fare da collante, di quella fiducia nel futuro per la quale dobbiamo sempre trovare spazio, qualunque sia l’agente (DNA, religione o pura scaramanzia) con il quale ci viene inoculata. 

L’intro di “Obsession” prelude alla descrizione di una bellezza distorta, scalfita e non scontata, di quel retrogusto piacevolmente amaro (“Alone”) con il quale Queensryche e Kamelot hanno saputo dare spessore narrativo, contemporaneo e cinematografico, a buona parte della loro discografia. Ed effettivamente quello degli Acacia è un prog melodico ed accessibile, commerciale nel senso più democratico del termine, alieno ad inutili complicazioni e squisitamente italiano – complici la buona prova e pronuncia di Gandolfo Ferro – nella sua trazione vocale.

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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)

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