Blade Cisco
Recensione: Edge Of The Blade
Il fatto che una band pubblichi il fatidico album di debutto a distanza di dodici anni dalla propria formazione non è certamente né necessariamente sinonimo di qualità, ma testimonia se non altro il fatto che questi ragazzi hanno saputo dare un senso – in termini di esperienza umana ed artistica – all’attesa. E poiché vengono da una zona dove nella maggior parte dei casi il concetto di “stagionatura” è percepito come portatore di uno straordinario valore aggiunto, dai Blade Cisco ci si può aspettare qualsiasi cosa, tranne che una prova acerba o affrettata.
Coprodotto da Michele Luppi (Whitesnake, Vision Divine, Killing Touch, Secret Sphere), amico di lunga data nonchè ex-bassista del quintetto emiliano, Edge Of The Blade è anzitutto pulito e levigato, fortemente votato a sostenere le sue linee vocali e supportato da una produzione razionale, che mantiene le sonorità distinte senza pregiudicare la riuscita armonica dell’insieme.
Il timbro della voce di Andrea Zanini è graffiante quanto basta per conferire alle strofe un tocco glocal che sembra voler invitare Journey, Foreigner, Night Ranger, Styx, Magnum, Def Leppard e FM a visitare Reggiolo (siamo in terra di Ligabue, Steve Rogers Band e Vasco) e che contribuisce a fare di Edge Of The Blade un prodotto con una sua rugosa personalità (“Foolin’ Myself”), invece che l’ennesimo interprete di un sogno cotonato che da queste parti no, non l’abbiamo mai vissuto.
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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)
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