Souls Of Tide
Recensione: Black Magic
Vengono dall’antica città di Hamar in Norvegia, hanno alle spalle esperienze di stampo rock e metal e hanno deciso, con il progetto “Souls Of Tide”, di dare nuovo smalto alle sonorità di Deep Purple, Led Zeppelin, Black Sabbath e The Doors: questo in sintesi è il percorso di sei musicisti che, dopo il debutto discografico sulla lunga distanza avvenuto nel 2016 con “Join The Circus”, tornano a far parlare di sé con questo nuovo “Black Magic”.
Il disco è innanzitutto brillante, arioso e dinamico: non siamo insomma di fronte ad una rivisitazione pretenziosa, ad un intervento con velleità archeo-culturali o ad una comoda scopiazzatura di brani famosi o riesumate B-side. Al contrario, quello dei “Souls Of Tide” è un rock estremamente radiofonico e moderno, al quale le tastiere di Kjetil Banken (“Firegirl”) ed il lusso contemplativo di certi interventi chitarristici aggiungono, se non proprio un’ulteriore dimensione, almeno quel non so che di sciccoso che a volte fa perfino scalare la classifica.
In “Morning Star” e “Evening Star”, solo per citarne un paio, ci sono freschezza ed attitudine, e pure quel drive scandinavo alla D-A-D che trascina ma in modo un po’ provinciale e disincantato, con la stessa pallida credibilità di un poliziesco in stile nordic noir.
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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
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Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)
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