Black Swan
Recensione: Shake The World
Il nome Black Swan segna il debutto di un nuovo supergruppo accasatosi presso Frontiers Records, ed una volta tanto elencare le band dalle quali ciascun membro proviene non assolve solo ad una funzione informativa, ma alimenta la curiosità verso un progetto che ha le potenzialità per conferire alla propria proposta sentori di Dokken, note di Foreigner, estratti (titolati) di Winger ed un pizzico – dosato con la classe innata e sexy di Salt Bae – di Mister Big.
La partenza a bomba di Shake The World ci introduce alla scoperta di un album efficace e diretto, libero e liberato dall’ingombro del blasone, irrobustito dalle sonorità maschie (il basso è sempre in bella evidenza, cattivo e tagliente come una lama) e senza fronzoli.
L’equilibrio azzeccato si rivela nelle influenze blues che rimangono tali, negli assoli di chitarra di stampo classico ma per nulla invecchiato, nelle digressioni interrotte appena prima che possano distrarre (“Immortal Souls”), nell’elettricità vagamente street delle sue chitarre (“The Rock That Rolled Away” è, chapeau, dinamite) e nei cori che aumentano esponenzialmente l’energia in circolo, invece che addomesticare vigliaccamente il tutto.
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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)
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