Serious Black
Recensione: Suite 226
Suite 226 è il quarto album in studio dei Serious Black, band tedesco/americana alla cui formazione nel 2014 contribuì Roland Grapow (Helloween, Masterplan) e fronteggiata da Urban Breed, talentuoso cantante svedese che personalmente ho apprezzato sia a fianco dei suoi connazionali Bloodbound che con i bulgari Project Arcadia (A Time Of Changes, 2014).
La presenza di quest’ultimo, e la sostanziale omogeneità degli stili alla quale si presta la sua voce, parrebbe da sola sufficiente ad anticipare la natura dell’album: un metal canoro e moderno, teatrale a tratti, che una volta avviato l’ascolto scopriremo anche contenere un po’ di tutto e di troppo, ivi compresa qualche suggestione sinfonica qua e là.
Nonostante l’etichettatura espressamente melodica, che assicura il retrogusto dolce di questo amalgama (fin troppo dolce: “Fate Of All Humanity”, “Way Back Home” ed i quasi nove minuti della title track sono una combo potente, ma per i motivi sbagliati, di quelle che si attivavano in sala giochi con la mezzaluna), Suite 226 non è un disco immediatamente cantabile: intermezzi parlati, effetti ambientali, assoli mai memorabili e controcori aggiungono una complessità solo apparente, perché nonostante la presenza di questi divertissement si ricava l’impressione di un prodotto al quale l’articolazione barocca (“Solitude Etude”) aggiunge sì minutaggio ma poco o nulla in termini di atmosfera.
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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)
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