Prosegue il nostro mini-viaggio in tre parti alla scoperta dei sapori esotici proposti da Eurospin, e prodotti industrialmente nell'operosa provincia di Monza-Brianza. Oggi andiamo in Oriente... è il turno della (rullo di tamburi, e stupore a pacchi) Pasta Giapponese!
Ecco la busta di oggi! Declinata nelle rassicuranti tonalità del giallo e del marrone, la confezione contiene 160 grammi di prodotto, sufficienti per preparare due porzioni - non abbondantissime - di pasta.
Grande esotismo nell'immagine del tempio giapponese che fa da sfondo alla pasta: come vedremo tra poco, l'ingrediente che più caratterizza questa ricetta è l'Auricularia Auricula, un fungo nero... cinese.
Di pari passo con l'introduzione del buddismo, a metà del VI secolo, vennero importate dall'Asia tecniche dell'architettura dei templi: a partire da Asukadera a Nara, molti templi furono costruiti in diverse parti del paese. Negli anni che seguirono, le dottrine e le credenze delle sette buddiste hanno influenzato sempre di più le tecniche di costruzione dei loro templi, dando luogo a una più ampia varietà di stili e di forme strutturali. In diversi periodi della storia le due religioni, Shintoismo e Buddhismo, si sono legate simbolicamente, condividendo rituali, luoghi e stili architettonici, al punto che spesso è difficile distinguere gli uni dagli altri (da www.cultorweb.com/J/A1.html)
Oltre al generoso 78% di pasta di semola di grano duro, la busta contiene olio di palma, cipolla, funghi, carote, gamberetti, porro, pomodoro, sedano, coriandolo, prezzemolo, aglio e curcuma.
La preparazione si apre, come da tradizione, con 500 ml di acqua del rubinetto da portare ad ebollizione in una padella antiaderente di medie dimensioni.
Ecco come si presenta la pasta una volta aperta la busta: si tratta, come nel caso del piatto Tex Mex, di linguine corte e tristemente lisce: nulla per cui valga la pena scrivere a casa, certo, ma almeno il buon esito della cottura è assicurato, così come il giusto innamoramento con il cremoso sughetto automaticamente ottenuto post-cottura.
Il contenuto della busta viene versato nell'acqua bollente e pazientemente mescolato, affinchè pasta e spezie vengano cotte e distribuite in modo uniforme. Il tutto ha un aspetto abbastanza invitante, se ci si accontenta.
Ed ecco, dopo circa 10 minuti, la Pasta Giapponese servita sul nostro italianissimo piatto: come sempre la presentazione della pasta in busta è soddisfacente, e se avete un blog potrete pubblicare qualche foto certi di fare un figurone.
Un'immagine ravvicinata del nostro piatto di Pasta Giapponese: profumata e leggermente speziata, la pasta ha un piacevole gusto dolce, dovuto in gran parte alla presenza delle carote (accompagnate da porro e cipolla) visibili nell'immagine. L'ingrediente che però sembra caratterizzare maggiormente il piatto è il Fungo Nero Cinese (qui potete ordinarne fino a 1000 tonnellate all'anno), che rimane croccante e rende davvero particolare - e vagamente esotico - il boccone. Del tutto trascurabile il contributo dei gamberetti: benchè presenti in buon numero, le loro dimensioni lillipuziane (sembrano sottili vermicelli lunghi poco più di un centimetro, per dire) li confondono tra il sapore della semola di grano duro, quello del soffritto e quello delle spezie.
Dal momento che la Pasta Giapponese non ha un sapore forte, benchè leggermente speziato, è possibile aggiungere un po' di "corpo" con un'abbondante spolverata di Grana Padano. Il formaggio porta un'ulteriore nota salata che ben si sposa col gusto dolce delle linguine e del loro condimento, creando un curioso misto mediterraneo/nipponico.
Voto 6