E così, in attesa che mi portino la pizza, dopo un'intera giornata trascorsa a (cercare di) vendere case, affondo sul divano, sperando di non cadere tra le morbide braccia di Morfeo prima che l'omino suoni alla mia porta, e spio la mia Play2, con il pad un po' impolverato che le riposa a fianco.
Mi viene in mente, complice il caldo di questi giorni, quando lavorai un'estate intera come bagnino (sì, proprio io che da buon metallaro finlandese mancato odio il caldo e la spiaggia!) per potermi comprare un Super Nintendo con gioco e 2 pad a 338.ooo lire...
Penso a quando per giocare con il C64 dovevo comprare in edicola Commodore Computer Club, digitare a mano intere pagine di listati, correggere gli immancabili errori di sintassi ed accontentarmi alla fine di giochi in Basic modestissimi che, allo spegnimento del computer, avrei perso per sempre, visto che la sola idea di poter salvare il tutto su cassetta sembrava fantascienza....
Penso al Gameboy, quello in bianco e nero, meraviglia tecnologica rispetto all'azione ripetitiva degli Scacciapensieri: penso alla scatola di polistirolo con il bollino della Mattel, alla cuffia rossa ed a quella blu, ai giochi che non capivi cosa c'era sullo schermo, ma in fondo sapevi che 2 pulsanti erano sufficienti a districarsi nella maggior parte delle situazioni...
Penso al motorino del postino, a come lo avvertivo in lontananza sperando che si fermasse davanti a casa, che suonasse il campanello e mi consegnasse in fretta e furia quella cartuccia ordinata al telefono, dopo settimane di faticosi risparmi, in uno dei negozi pubblicizzati su Game Power, tra una recensione e l'altra del mitico Apecar...
Penso alla prima Playstation, con questo laser che non si decideva a leggere fluidamente i filmati di intermezzo, e la console che andava e veniva dal fantomatico Centro di Assistenza Europeo in Belgio, come in un moderno viaggio della speranza....
Penso a Super Mario 64, a quel senso di estatico smarrimento di fronte ad un mondo tridimensionale cosi complesso, e fantastico. Penso alla prima nuotata nel fossato del castello, al volto di Mario da deformare con lo stick analogico, ai portali nei quali l'idraulico si tuffava per accedere ai vari livelli...
Penso a quando giocare significava risparmiare per settimane, scegliere con cura, investire senza il conforto di Internet, dosare tempi ed impegno, perchè un gioco doveva durare, e andava amato, e conosciuto, e capito fino in fondo.
Penso ad oggi, alla mia pizza, ed alla mia Play2 che sul mobile della sala sembra ancora una specie di oggetto misterioso. Tanti giochi, già, ordinatamente allineati sullo scaffale, tanto oggi si comprano da Mediaworld a poco più di 15 euro, e se anche ci si dimentica di provarli almeno una volta, chissenefrega.
Penso alle console rare, che è diventato così facile trovare su Ebay, penso al mio PC Engine, al 3DO, al Jaguar ed al suo cuginetto Lynx, al CD-i, tutti acquistati nel disperato tentativo di tornare indietro nel tempo, a quando la mamma passava dalla tua camera e quasi ti compativa, vedendoti così entusiasta nel soffiare - senza sputare - sui contatti di una cartuccia, infilarla nella console e premere Start per dare inizio alla festa.
Mi sento così vecchio, ed ho nostalgia per quei tempi, nei quali mi sentivo più ingenuo, e capace di sognare. Chissà se i ragazzi di oggi provano ancora le stesse emozioni, anche tattili, quando prendono in mano un Blu Ray Disc, o smanettano col Sixaxis o col telecomando Wii, come fosse la cosa più scontata del mondo. Chissà.
"Terzo piano!". E' arrivata la mia pizza. Probabilmente dopo cena leggerò un fumetto, perchè la gestione dei personaggi di Obscure mi sembra così terribilmente complicata...
(Articolo pubblicato originariamente qui)
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