Avevo già sentito parlare dei Turisas, finlandesi di Hämeenlinna (città che ha dato i natali al compositore Jean Sibelius), senza che però mi fossi guadagnato l’opportunità di ascoltare qualcosa della loro produzione discografica. Di quelle candide ammissioni che puoi fare se scrivi su un umile MicroBlog come questo, insomma, perchè le proposte sono tante ed il tempo che si vorrebbe dedicare a colmare le proprie lacune musicali, e scriverne per raccontare & condividere l'effetto che fa, non è mai abbastanza. Fondati nel 1997 da Mathias Nygård e Jussi Wickström, rispettivamente voce e chitarra nella formazione attuale, i Turisas prendono il nome dall'antico dio finnico della guerra, tale Iku-Turso. Come la maggior parte degli altri esseri mitici finlandesi, Iku-Turso resta poco conosciuto, aggiunge con un filo di malinconia Wikipedia. Il genere proposto si configura come un particolare folk-metal - rinominato da parte della stampa battle metal, dal titolo dell’album d’esordio del 2004 - con elementi power e sinfonici, prog punk e persino death, al quale si aggiungono assoli di violino elettrico che ne caratterizzano ulteriormente il suono. Anno dopo anno, la fortuna della band viene consolidata non solo da una buona riuscita commerciale, ma anche da un’incessante attività live, che ha saputo tradurre sul palco la ricchezza espressiva di questo stile sfaccettato: Europa, Stati Uniti, Russia ed America Latina hanno salutato concerti che la band stessa definisce energici, innovativi ed eccitanti, mantenendo un legame fisico con i fan che Turisas2013 intende oggi ulteriormente rinsaldare. Quarto episodio della saga scandinava (giacchè apprendo or ora che nei paesi di lingua inglese la Scandinavia comprende Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Danimarca e persino Groenlandia, mentre da un punto di vista strettamente geografico il termine descriverebbe solamente la regione culturale comprendente Norvegia, Svezia e Danimarca), il cuore di Turisas2013 è stato registrato all’interno di una casa sperduta nei dintorni di Helsinki, mentre batteria ed elementi orchestrali sono stati prodotti in due differenti studi della capitale finlandese. Le prime note di For Your Own Goods fondono i richiami neoclassici di un’algida partitura per voce e pianoforte con un chorus prettamente rock, che detta il tempo per lo sviluppo ulteriore del brano. Archi in sottofondo, incursioni acute di pianoforte, chitarre ritmiche a supporto e voce generalmente pulita (se si esclude la tentazione growl dei secondi finali) sono ingranaggi di uno sviluppo organico, di una melodia colta ed accessibile da raffinato musical-rock (We Ride Together), nel quale gli elementi folk di Run Bhang-Eater, Run! sembrano passare decisamente in secondo piano, se non addirittura farsi vittime fuori contesto nel momento in cui si abbruttiscono - ingenuamente, aggiungerei - con gli umori di fanciulle ansimanti, dal contributo decisamente cheap. Cura ed impatto avvicinano i momenti adulti di Turisas2013 ad un rock di magnifica portata teatrale, con i cori di Ten More Miles a staccare potenti su una base di incorruttibile doppia cassa. A differenza di certo soundtrack-metal, di ottima fattura anche italiana, i Turisas offrono un quadro più variegato e ritmicamente complesso, un'espressione tridimensionale capace di volare pindaricamente tra immagini ora intimissime (lo sciabordio delle onde e poi le delicate note di oboe di Piece By Piece, ad esempio) ora di imponenza solenne e ricercata.
Per varietà di soluzioni e cura degli arrangiamenti Turisas2013 è un prodotto solido e credibile, dall’ossatura pesante e contadina, che ne allontana la vivacità creativa dal sospetto della soluzione ad effetto: il disco riesce infatti a rimanere down-to-earth, di consistenza palpabile, anche nel momento di cui subentrano gli elementi orchestrali/sinfonici: bastano un ruvido screaming ed un’accelerazione improvvisa (Into The Free), o piuttosto il dark-gothic intestino di Greek Fire (impreziosito da uno straniante coro che parrebbe uscito dalla penna di John Lennon) e lo spensierato pirate-metal di No Good Story Ever Starts With Drinking Tea, per evitare che il progetto assuma una levigatezza eccessiva, un atteggiamento compiaciuto e perfettino, con il pericolo di disperderne l’impatto. Complice un suono preciso ma non artefatto, l’album mantiene un ritmo consistente e continuamente contaminato, una confusione organica e meccanica da steampunk-swing che ne grazia l’incedere e ne riverisce le aperture sinfoniche, come alla disperata - ed alcuni sosterranno inconcludente - ricerca della propria vera natura. Reduce da un ascolto che sa affascinare, stancare e confondere allo stesso tempo, l'unica certezza in capo all’ascoltatore è che la definizione di folk-metal cominci a diventare decisamente stretta alla band di Nygård e Wickström, per non parlare di una sbrigativa costrizione battle-metal che non sembra più in grado di definire la profondità di immagine ambiziosamente ricercata da una parte almeno della scaletta. A tratti stilisticamente indecifrabili come solo certe grandi band sanno esserlo, a tratti nostalgici nei confronti di un death melodico che pare ancora sotto-sotto tentarli (The Days Passed), i Turisas scelgono di fare la propria corsa, testardi ed orgogliosi come tutti i popoli isolani, desiderosi di dimostrare la fallacia dei termini con i quali se ne vorrebbe incastrare la musica. Le nove canzoni, che verranno distribuite in tutto il mondo, descrivono un’instancabile voglia di avventura e tutto il fastidio nei confronti delle definizioni, piuttosto che rappresentare un approdo definitivo, la coraggiosa progressione di un cammino artistico (alla Katatonia) o una matura e definitiva consapevolezza circa la natura delle proprie aspirazioni: più convincente proprio nel momento in cui sceglie di crescere abbandonando gli elementi folkloristici a favore di uno stile più vocale e melodico, il disco si limita altrove ad offrire energie incanalate e metal diversamente declinato, assumendo le forme di un indeciso Giano bifronte ora di rilevante interesse prospettico, ora di difficile ed insipida lettura.
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Folk/Power Metal, 2013
Century Media Records
Tracklist:
- For Your Own Goods
- Ten More Miles
- Piece By Piece
- Into The Free
- Run Bhang-Eater, Run!
- Greek Fire
- The Days Passed
- No Good Story Ever Starts With Drinking Tea
- We Ride Together
Mathias "Warlord" Nygård (Voce)
Jussi Wickström (Chitarra)
Olli Vänskä (Violino)
Robert Engstrand (Tastiere)
Jesper Anastasiadis (Basso)
Jaakko Jakku (Batteria)
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