Dio
ci conservi la Finlandia, perché come lo fanno loro questo riffatissimo hard’n’heavy, solido, tagliente e malinconico, non lo fa nessuno. Ma andiamo con ordine. Siamo nel 2000 e Niko Ville e Tatu, tre ragazzini
finlandesi di soli dieci anni, decidono di formare una band. Il repertorio è
composto inizialmente da cover degli HIM e le prove si fanno a scuola,
fino a quando non si presenta l’opportunità di allestire qualcosa di simile ad
una sala prove all’interno di un capannone poco riscaldato, che li costringerà
a provare con guanti e giacconi durante i rigidi mesi invernali. Il primo demo,
Evil Inside, è datato 2004 e vede il debutto al microfono del quarto componente
della band, l’amico Riku Lipponen. Passa il tempo e si evolvono le capacità, insieme a nuovi gusti musicali che portano la band di Hamina, paesino nel sud della Finlandia da poco più di ventimila abitanti, ad introdurre elementi
di Children Of Bodom ed In Flames nei successivi quattro demo che seguiranno nel
2005, 2006, 2008 e 2011. Arriviamo così al 2012, anno della maturata
consapevolezza e del sospirato debutto sulla
lunga distanza, con un Grim Memories & Bad Flashbacks che corona degnamente una bella storia di
amicizia, tenacia e crescita. Motor Romance, prima traccia dell’album, racconta di una band amante di riff di
chitarra immediati e potenti, poco propensa ai fronzoli, ispirata dalle sonorità
– se non propriamente dal mood – dei conterranei ed indimenticati Sentenced.
Ad
una canzone come (Don’t) Save Our Souls manca certamente la capacità di evocare immagini
gelide e potenti, di portarti “la Finlandia dentro” come facevano il compianto Miika Tenkula e compagni, ma il tiro – seppure in
una declinazione più luminosa, commerciale e rockeggiante alla The69Eyes – pare
pervenire in tutta la sua algida interezza. Quello cantato dai Cry Of Pain è uno
struggimento grigio e serioso, partecipato e logorante, mai scanzonato nonostante una
biografia di lettura gradevole alla quale non fanno certo difetto, in puro stile nordico, umorismo e voglia di non
prendersi troppo sul serio. Tempi medio-veloci assicurano un assalto maschio ed
incalzante, diretto al punto (a possibile eccezione dell'indecifrabile SAW, che sembra un po’
perdersi per la strada), convincente nel modo in cui grezza potenza, agilità
ritmica e cori si combinano in un insieme in molti casi di apprezzabile spessore. La voce di Riku è perfetta per il genere, potente e pulita
quando serve cantabilità al ritornello, più sporca nel corso di strofe che
invece non rappresentano il pezzo forte della band. E’ infatti
evidente la consapevolezza da parte dei Cry Of Pain di disporre di una manciata
di chorus interessanti, che spesso riprendono il riffing proposto all’inizio
della canzone, ed alle strofe, per la verità poco ispirate in quanto ad arrangiamento
ed interpretazione, è consegnato solo il compito di fare da collante con le parti alle quali sono state dedicate le attenzioni migliori. Le linee vocali in questi frangenti non sembrano
sempre azzeccate, Riku pare a volte abbandonato a se stesso nonostante riesca sempre,
come un frontman navigato, a traghettare un’apparenta insicurezza in ritornelli
meglio strutturati, di una melodia parsimoniosa che non sconfina mai nella
soluzione facile e sdolcinata. Grim Memories & Bad Flashbacks dà la
sensazione di essere un disco in continuo movimento, a tratti tormentato ed
insicuro (la ballad Made To Last non è memorabile, nonostante il
violino che la addolcisce ed il coro che ne rafforza la cantilena), eppure
portatore di un’energia ragionata e quadrata, adulta e verace, sufficiente a far perdonare i
piccoli peccati di gioventù che ancora non lo rendono un acquisto essenziale. All'album non manca una componente più oscura: Chamber Of Lust è un passaggio
greve e compresso, Never Live To Regret è un lungo episodio doom, ed entrambi sono offerte fuori posto in scaletta ma che servono a farci intuire l’ampiezza dello spettro
e la profondità buia delle acque nelle quali questa band saprà muoversi. Nonostante il ricorso ad una retorica che avvicina alcuni passaggi più
cadenzati, soffusi e malinconici (Love Is For Fools) al fascino maturo degli inglesi Anathema, sono soprattutto impeto, genuinità e voglia di fare a sprizzare da queste dieci tracce, comunicati da una sezione ritmica non stellare ma solida, dal lavoro senza tregua delle
chitarre e da cori cattivi e ben dosati. Siamo di fronte ad un debutto di grande sostanza, dalle idee chiare, concentrato sugli
elementi di forza e coraggioso ai limiti dell'incoscienza nello spingersi un passo oltre, rifinito ma solo dove strettamente necessario (con
timidissime tastiere, qualche effetto ambientale) e registrato da un produttore
che ha evidentemente stabilito un buon feeling con i musicisti ed il loro
progetto. Il disco non rappresenta quindi solo un sogno realizzato dopo tante
fatiche ma anche un prodotto solido, sporco quanto basta per
renderlo credibile ed in grado di mostrare una maturità artistica superiore a
quella prettamente anagrafica dei quattro amici. Il voto assegnato può quindi essere inteso (anche) come
una valutazione “di prospettiva”, perché ascoltando Grim Memories si ha l’impressione
che i Cry Of Pain possiedano già oggi la capacità di scavare ulteriormente in se stessi,
per proporre una musica che sappia crescere in complessità, ricercatezza dei
testi, arrangiamenti e cura generale: questo album non rappresenta certo un
debutto perfetto, la qualità dei brani è altalenante e gli ultimi minuti
appaiono molto meno ispirati rispetto al bellicoso incipit… tuttavia l’ascolto delle
dieci parti che lo compongono ha il pregio di intrigare ed alimentare una curiosità, tessendo nell'ascoltatore una tela di collegamenti e nostalgici rimandi che lascia solo immaginare come continuerà la storia dei ragazzini di Hamina, che a
dieci anni suonavano gli HIM tra le colorate mura della loro scuola elementare.
[7]
Hard’n’Heavy,
2013
Kotkan Kanki Records
Tracklist:
- Motor Romance
- Kill For Fame
- Love Is For Fools
- SAW
- Getaway Runner
- Made To Last
- (Don’t) Save Our Souls
- Chamber Of Lust
- Dead Rockstar
- Never Live To Regret
Line-up:
Riku Lipponen
(Voce, Chitarra)
Ville Nummi (Chitarra)
Niko Suortti (Basso)
Tatu Mellin (Batteria)
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