venerdì 14 settembre 2012

L'amara regola della Rosa


Basta fare un giro su Metacritic per rendersi conto di quanto Rule Of Rose abbia diviso critica e giocatori: sulla stessa pagina troveremo infatti un voto medio non esaltante (59) ed una serie di recensioni ottime che culminano con il 90 attribuito dal defunto Ace Gamez. Protagonista in Italia, come in altri Paesi europei, di un caso di malinformazione - e pregiudizio giornalistico nei confronti dei videogiochi - che culminò con l'articolo pubblicato dal settimanale Panorama (dall'eloquente titolo "Vince chi seppelisce viva la bambina!"), il gioco è in realtà un adventure onirico e carico di atmosfera, con qualche difettuccio che non ne compromette la giocabilità.

La trama del gioco è ben riassunta da Gamesurf:
Jennifer, sfortunata ragazza, in seguito alla morte dei genitori in un incidente aereo viene mandata a trascorrere gli ultimi anni della sua giovinezza nell'Orfanotrofio “Giardino di Rose”, nell'anno 1830; prima ancora di arrivare alla tetra costruzione, incontra sull'autobus un misterioso bambino che la invita a “leggergli la storia”: sbalordita, la ragazza scopre che, in qualche modo, il quaderno che le viene porto parla di lei, e che molte pagine sono ancora da riempire. Il bambino fugge poi verso l'orfanotrofio, da cui poi si dipanerà la tragica, sudicia, sventurata vicenda che avrà Jennifer come protagonista: una storia sospesa tra il reale e l'onirico, tra l'orfanotrofio ed un colossale dirigibile, tra le angherie dei bambini e quelle degli adulti, con solo il fiuto di un cane come alleato.
Avendolo giocato e finito in circa 14 ore, il mio giudizio sul titolo di Punchline è globalmente positivo. Il gioco regala infatti momenti di grande atmosfera, carichi di tensione e di mistero: comportamenti ambigui, occhiate sinistre e risate isteriche fanno tutti parte di un campionario di vessazione e violenza psicologica che il gioco rende con forza, giocando sul contrasto tra la malvagità dei comportamenti e la giovane età delle protagoniste. L'interazione col cane Brown, la regia cinematografica delle scene d'intermezzo, la cura per il dettaglio, le sinistre musichette di sottofondo (loop brevi, per la verità) e lo sfruttamento dignitoso dell'hardware di PS2 raccontano di un titolo che, seppur non eccelso, merita un riconoscimento tecnico che va oltre il clamore suscitato. 

Se da un lato mi ha deluso tutto il tempo per il quale l'azione si svolge all'interno di uno spazio chiuso (un claustrofobico dirigibile volante, che alla lunga viene a noia), dall'altro ho trovato Rule Of Rose molto più giocabile di quanto non si legga su Internet. E' vero che il nostro personaggio non gode di forza ed agilità immani (si tratta di una bambina perennemente terrorizzata dal mondo, dopotutto), ma va comunque sottolineato che gli scontri con i boss sono un evento raro, e sempre facilmente gestibile in virtù dei loro comportamenti lenti e prevedibili. Nemmeno le creaturine che infestano stanze e corridoi destano grandi preoccupazioni, dal momento che è possibile affrontarle (con una pletora di armi che spaziano dal coltellino alla potente ascia, passando per tubi dell'acqua e mannaie) oppure schivarle senza problemi, una volta presa un po' di pratica con i movimenti impacciati del nostro alter-ego. 

Ulteriore punto a favore è costituito dalla facilità di reperire alimenti in grado di ripristinare parte della nostra energia, senza essere costretti a tatticismi esasperati per preservare le scorte: assente la gestione dei proiettili (visto che porteremo esclusivamente assalti all'arma bianca), il meccanismo che utilizza il fiuto del nostro alleato canino per trovare parte degli oggetti più importanti funziona a meraviglia, così come la semplice gestione dell'inventario, mentre ho trovato di scomodo utilizzo le mappe, mai abbastanza dettagliate. Rule Of Rose delude solo chi si aspettava un tracollo videoludico, che il gioco non contiene: per quanto la sua formula sia originale solamente nell'ambientazione e nella distaccata crudeltà delle sue piccole protagoniste, il gioco non presenta punti morti, non induce alla frustrazione e permette salvataggi infiniti, con 12 slot della memory card da sfruttare liberamente. Interessanti infine i diversi oggetti che è possibile collezionare per prolungare l'esperienza, ed ottenere dei contributi audio/video da riassaporare una volta conclusa l'amarissima storia.

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