domenica 29 settembre 2013

Recensione EVE TO ADAM - LOCKED & LOADED


Quando la biografia di un gruppo comincia con frasi del tipo “questa band ha una storia piuttosto inusuale”, ecco che la mia curiosità felina di conoscere gli Eve To Adam ed ascoltare la loro musica monta in modo esponenziale! Un'indifferibile urgenza, quasi, che spero vorrete condividere con me. Dobbiamo sapere che l’idea di suonare hard rock con il nome Eve To Adam viene a Taki Sassaris nel 1997: cresciuto al sole della Florida, Taki comincia a suonare la chitarra (“uno strumento che è facilissimo suonare malissimo”, sostiene un bravo formatore che ho conosciuto alcuni giorni fa ad un corso di web marketing) a tredici anni per imparare i riff di Guns N' Roses, AC/DC, Red Hot Chili Peppers, Metallica, Faith No More, White Zombie, Tool, Alice in Chains, Stone Temple Pilots, Soundgarden e Bruce Springsteen. “Il Rock’n’Roll è diventata la mia religione”, dirà il cantante, “e le canzoni sono passaporti per arrivare in altri mondi”. Taki recluta dunque il fratello Alex, batterista, ed i due vengono messi sotto contratto dal famoso produttore Desmond Child già l’anno successivo: Child ha in mente un futuro da pop-star per la nascente band ma le aspirazioni dei fratelli Sassaris sono ben altre, ed il duo si trasferisce a New York per intraprendere una strada più personale e - per nostra fortuna - rockeggiante. Le prime esibizioni dal vivo risalgono al 1999 e valgono ai due protagonisti della nostra storia, che non avevano ancora nemmeno un album da promuovere, la partecipazione al Maximum Rock tour. Seguiranno alti e bassi e alti, con l'innesto e poi il cambio di alcuni componenti, la rottura del contratto con Child, problemi finanziari ed infine la rinascita, che nel 2001 ha il nome di Auburn Slip: al disco di debutto - realizzato dopo un’estesa attività live - seguiranno l’EP Antidote (2003), Queen To Eden (2007), Banquet For A Starving Dog (2011) ed infine la quarta prova sulla lunga distanza che abbiamo il privilegio di ascoltare oggi. Il disco si avvale della collaborazione di produttori di grido, da Eric Bass (Shinedown) ad Elvis Baskette (Incubus, Alter Bridge) e si apre sull’ondeggiante riff di chitarra della godevole titletrack. Sulle prime battute lo stile della band sembra virare su un alternative di discreta presa ma abbastanza scontato, talmente comune nei territori americani da determinare per le mie collaudate orecchie una sovrabbondanza di offerta difficilmente distinguibile. Mi viene in mente la prestazione fungibile come te la insegnavano a giurisprudenza, quando ti spiegavano che comprando la benzina non ne individuavi una quantità ben precisa, ma ti accontentavi della quantità che sarebbe sgorgata dal distributore. La maggior parte dei cantanti rock d’oltreoceano condividono scuola, timbro ed impostazione, fornendo prestazioni ugualmente decorose ma altrettanto simili tra loro, accompagnati dai soliti ritmi scanditi, da brevi assoli e da intermezzi dal sapore elettronico che poco fanno per aiutarci a riconoscere chi fa cosa. Un’uniformità forse dovuta alla professionalità che oggi è richiesta a chiunque intenda farsi seriamente strada in un mercato più che mai affollato, e che pare un requisito indispensabile per creare standard ed affidabilità (insieme alla probabile previsione di un numero minimo di vendite) ancor prima che ispirare il guizzo creativo & pericoloso che a noi mediterranei piacerebbe tanto. Locked & Loaded merita tuttavia un ascolto più attento ed una predisposizione più morbida, non solo per l’eccellente paio di chiappe fotografato in copertina, intendo, ma anche perchè il disco impiega appena un paio di canzoni per darsi una struttura ed una personalità più orientata a quel pedigree hard rock al quale Sassaris fa riferimento nelle sue note biografiche. Se melodia e cori di presa non difettano ad alcun brano (corporate rock, lo chiamano candidamente gli Eve To Adam), da Bender in avanti la band alza l’asticella, canalizza le energie e riduce gli orpelli: le canzoni si fanno più immediate ed incisive, Alex aggiunge un filo di doppio pedale (With The Truth) e la prestazione dei cinque si fa più coesa, determinata, potente. 


Come se passassimo dalla conduzione ecumenica di Giletti a quella più ritmata di Carlo Conti, Straitjacket Supermodel suggella un repentino cambio di direzione apportando fisicità, scioltezza ed un irresistibile mood sexy (non me ne voglia Giletti), insieme a ritmiche ipnotiche e chorus alla Nickelback: il brano sembra poter abbracciare tre decadi di rock da strada e divertito in the making, dagli eccessi del glam all’approccio più misurato del rock americano di oggi, facendosi ora cantabile ed ora rigoroso, ballabile eppure spigoloso quando serve. A rafforzare la spina dorsale del disco, troviamo una strofa di Fortune Teller che procede con un quattro/quarti tagliente scandito dal charleston (prima di concedere qualcosa con un prevedibile ritornello in tempo dimezzato), semplicemente heavy come il ride che accompagna il bridge di Crime Scene; What Would You Kill? è più sofferta ed ugualmente potente, seppure annacquata nel finale, e non fa altro che confermare l'interessante consistenza di un disco consapevole dei suoi limiti stilistici eppure ambizioso nella ricerca di una sua solidità. La buona qualità espressa dall’intera scaletta vale agli Eve To Adam una classificazione, se non propriamente hard, almeno modern rock: nonostante l'abbondanza di soluzioni commercialmente ammiccanti, che la band non rinnega, il disco mantiene un'anima ruvida e genuina nella passione infusa tra i suoi solchi, nella scelta dei suoni, nella struttura relativamente asciutta dei brani, nella ricerca di un apprezzamento necessario e sufficiente a non comprometterne l'identità. Locked & Loaded non contiene filler (la ballad Shut Out The World è un po’ piaciona, però) e, pur tra gli stretti e modernisti confini del genere, pare sempre essere alla ricerca di una soluzione interessante, di una consistenza diversa, di uno spunto e di una piccola svolta che invoglino a proseguire il suo ascolto: trovo che nell'ambito del rock moderno, spesso uniformato ed appiattito al punto da suonare tutt'altro che alternative, il risultato non sia affatto scontato e valga alla band dei fratelli Sassaris una sufficienza brillante e pienissima.

[6]

Modern Rock, 2013

3 For 5 Records

Tracklist:
  1. Locked & Loaded
  2. Immortal
  3. Bender
  4. Straitjacket Supermodel
  5. Fortune Teller
  6. What Would You Kill?
  7. With The Truth
  8. Let’s Burn
  9. Crime Scene
  10. Shut Out The World
  11. Forgive
Line-up:

Taki Sassaris (Voce)
Gaurav Bali (Chitarra)
Adam Latiff (Chitarra)
Luis Espaillat (Basso)
Alex Sassaris (Batteria)

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