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lunedì 12 ottobre 2020

Recensione BLUE OYSTER CULT - THE SYMBOL REMAINS

Blue Oyster Cult
Recensione: The Symbol Remains


La cartella stampa singolarmente scarna approntata da Frontiers sembra fatta apposta per dirci che qui la sostanza sta altrove, perché le parole poco possono aggiungere ad una storia lunga più di cinquanta anni. E l’atteggiamento “a capofitto” col quale ci si vuole immergere tra le note di “The Symbol Remains” testimonia la freschezza e l’imprevedibilità delle quali Eric Bloom e compagni sono ancora alfieri. 

Bastano infatti pochi secondi di “That Was Me”, con il suo riff pesante e diretto, per rassicurare anche i più dubbiosi che i Blue Oyster Cult sono ancora sul pezzo, energici e convinti come non mai. A distanza di quasi vent’anni dalla pubblicazione di “Curse Of The Hidden Mirror”, autrice da sempre di uno stile unico e personale che fonde con intelligenza ed apparente naturalezza riff punk, intermezzi progressive e cori ammiccanti ed orecchiabili, la band di New York sembra aver azzeccato la mossa stilistica giusta già da quel 1967 che la vide venire alla luce: il mix di colori e territori mai abbandonato negli anni rimane infatti un potente marchio di fabbrica ed una citazione continua che, sfuggendo ad una catalogazione precisa, è tanto inafferabile quanto resistente alle mode ed agli umori, alle correnti ed alle eccessive sofisticazioni, suonando personale pur nella diversità delle contaminazioni. 

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Ascoltato con

Casse Cerwin-Vega VE 5M
Amplificatore PS Audio Sprout
DAC 24-bit/192kHz Wolfson WM8524
Cavi di segnale Sonero PureLink
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)

martedì 10 marzo 2020

Recensione BLUE OYSTER CULT - HEAVEN FORBID

Blue Oyster Cult
Recensione: Heaven Forbid




Che i Blue Oyster Cult rappresentino un asset decisamente importante nel catalogo di Frontiers Records lo dimostra il numero di uscite dedicate alla band americana che si sono succedute nel corso di poche settimane. Heaven Forbid, nel caso specifico, è il tredicesimo album in studio degli statunitensi, uscito originariamente nel 1998 ed affidato per questa ristampa alla cura – ed alla rimasterizzazione – di Alessandro Del Vecchio in quel di Varese. 

Questa riedizione permette di portare nuovamente sotto ai riflettori un disco che, per il dinamismo arrembante delle sue soluzioni, suona del tutto attuale, complici anche l’ottima opera di assemblaggio da parte del produttore originale Donald “Buck Dharma” Roeser ed il contributo ai testi reso dall’autore di fantascienza John Shirley

Della natura di “rock per intellettuali” che identifica tutta la discografia dei Blue Oyster Cult avevo recentemente avuto occasione di scrivere nel corso della recensione di Hard Rock Live Cleveland 2014: ciò che Heaven Forbid aggiunge a quella valutazione è una straordinaria sensazione di freschezza ed accessibilità (X-Ray Eyes), caratteristiche che costituiscono un biglietto da visita ottimale per avvicinare vecchi e nuovi adepti a queste sonorità piacevolmente riff-oriented.


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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)

Recensione BLUE OYSTER CULT - AGENTS OF FORTUNE LIVE 2016

Blue Oyster Cult
Recensione: Agents Of Fortune - Live 2016



Per celebrare il quarantesimo anniversario del loro album Agents Of Fortune, pubblicato nel 1976 e diventato in breve tempo disco di platino anche grazie alla presenza della hit (Don’t Fear) The Reaper, i Blue Oyster Cult lo hanno eseguito dal vivo e nella sua interezza nell’Aprile del 2016, al cospetto di un ristretto gruppo di invitati riunitisi presso i Red Studios di Hollywood. 

Quello di una progressiva e riuscita “sofisticazione”, nell’accezione positiva di caratteristica di un’apparecchiatura, di una macchina o di un impianto che sono stati progettati e realizzati con criterî tecnicamente avanzati e con impiego di materiali e componenti raffinati, così da offrire elevate prestazioni (Treccani), è probabilmente l’aspetto che – da Agents Of Fortune in poi – renderà chiaramente riconoscibile la discografia della band: la maestria nel sorprendere l’ascoltatore componendo generi e sonorità distinte, senza che la profusione di tecnica vada a discapito del puro intrattenimento, è ancora oggi una delle prerogative che predispongono benevolmente all’ascolto di un qualsiasi CD dei Blue Oyster Cult.


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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)

lunedì 20 gennaio 2020

Recensione BLUE OYSTER CULT - HARD ROCK LIVE, CLEVELAND 2014


Blue Oyster Cult
Recensione: Hard Rock Live Cleveland 2014



Hard Rock Live Cleveland 2014” è la prima di una serie di uscite live che, nel corso del 2020, permetteranno di scoprire e riscoprire la carriera di una band apprezzata da pubblico e critica per un concetto di continuità nell’eclettismo che ha cullato fin dagli esordi, risalenti ai primi anni settanta. Registrato a Cleveland nel 2014, il disco – disponibile anche nell’edizione in tre vinili – è un excursus lungo diciassette brani attraverso le molteplici forme del rock che la band ha indagato ed abbracciato negli anni, con un atteggiamento sempre intelligente che le ha fatto guadagnare il titolo di “gruppo heavy metal degli uomini pensanti.

La produzione di questa proposta Frontiers sceglie un approccio melodico che esalta voce ed assoli di chitarra invece che l’energia spesso heavy della ritmica, finendo per portare in primo piano la dimensione più onirica (“Shooting Shark”), seventies, dilatata e pure un po’ dudeista del quintetto. Hard Rock Live Cleveland 2014 è un disco che mette al centro della scena la coesione e l’atmosfera, l’assolo riverberato della chitarra di Donald “Buck Dharma” Roeser ed il basso agile di Kasim Sulton (“The Red And The Black”, “Golden Age Of Leather”), il gospel, il blues e la psichedelia, impegnato a fotografare fedelmente l’evento nel suo scorrere fluido.

L’estensione della scaletta permette di apprezzare anche episodi dalla melodia più immediata e spendibile: Burnin’ For YouME 262 e Hot Rails To Hell sono ora stilose e brillanti, ora vigorose ed upbeat, e per ritrovare la loro dimensione più muscolosa beneficiano, con buona pace dei vicini, di un ascolto a volume sostenuto.

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Ascoltato con
Cuffie Superlux HD-668B
DAC LH Labs Geek Pulse (ESS9018K2M Core)
Alimentatore LH Labs Linear Power Supply
Filtro Audioquest Jitterbug
Software Foobar2000 ver. 1.3.16 (WIN10 Pro / 64bit)