domenica 4 agosto 2013

Recensione cuffie YONGLE IP-802


Sempre alla ricerca di cineserie sorprendenti che facciano cose in modo good-enough ad una frazione del prezzo al quale sono venduti i prodotti di marca, ho recentemente ordinato sul sito Everbuying.com un paio di cuffie dalle caratteristiche tecniche interessanti. Vendute ad €8.91, spese di spedizione comprese, le Yongle IP-802 vantano una risposta in frequenza di 20-20kHz, impedenza di 32 Ohm, sensibilità di 104dB e driver da 40mm di diametro. Adatte ad un utilizzo on-the-go, grazie all'archetto richiudibile, le cuffie cinesi offrono anche un cavo di collegamento rimovibile (ottimo per evitare di arrecare un danno alle cuffie qualora si incastrasse da qualche parte, come a me succede regolarmente) ed un microfono per rispondere/terminare le chiamate qualora le abbinassimo - come fatto nel corso di questa prova - ad un telefono cellulare. La confezione, per quanto provata dagli urti subiti nel corso del lungo viaggio intercontinentale, è accattivante: su un elegante sfondo nero troviamo infatti la foto delle cuffie, il logo Yongle su sfondo argentato, simboli di dispositivi mobili (iPhone, Blackberry ed iPad) stampati in elegante rilievo ed una promettente scritta HD High Definition, che non vorrà dire assolutamente nulla ma tanto costa uguale. Le cuffie, che nel solito inglese maccheronico promettono una Super Sound Performance ed una Clear Voice Transmission, pesano 170 grammi (contro i 222 delle mie adorate Superlux HD-668B) e trasmettono, una volta impugnate, una discreta sensazione di solidità. 


Grazie ad un design che ricorda le esageratamente costose Beats, le umili Yongle portano in dote un archetto superiore ben imbottito, una buona possibilità di regolazione, quattro viti interne a vista, finiture plastiche argentate (sulla cui durata non ci sentiamo di esprimerci) ed un buon comfort generale, che permette di indossarle ricoprendo l'orecchio senza tuttavia avvolgerlo troppo. Il cavetto di collegamento è di un bel colore rosso fuoco, ha entrambi i jack protetti da due tappini di plastica ed un alloggiamento per il microfono di dimensione generosa, con un pulsante facile da raggiungere al momento di ricevere una telefonata. Proprio perchè le cuffie ben si prestano ad un utilizzo in movimento, ho ritenuto di testarle collegandole al mio cellulare Zopo-500, dispositivo cinese Android - rigorosamente a basso costo - che mi ha regalato in questi mesi di utilizzo grandi soddisfazioni, non ultima un'eccellente qualità del suono quando collegato alle Superlux (€30 circa, più spese di spedizione), cuffie che nel corso di questa prova utilizzerò come esclusivo termine di confronto. Il primo brano di test è End Of All Days, una suite di oltre sette minuti dei tedeschi Vanden Plas (Beyond Daylight, 2000) che permette di valutare entrambi i prodotti, grazie a numerosi passaggi molto diversi tra loro, sotto più punti di vista. L'arpeggio iniziale di chitarra è ben definito, i suoni leggermente riverberati e l'attacco degli strumenti convincente: il passaggio sulla tastiera è intellegibile pur se non predominante e la voce, sebbene non restituita con assoluta analiticità, si staglia con eleganza sui suoni di charleston e cassa della batteria. 


Per quanto non si tratti di un suono caldo (il rullante è anzi particolarmente freddo ed impersonale), le Superlux HD-668B riescono a restituire una scena potente e nitida, con le chitarre ben separate, cori sullo sfondo ed una bella presenza di basso. Nei passaggi più densi le Superlux si lasciano andare senza problemi, suonando decise ed ordinate allo stesso tempo, regalando una coinvolgente sensazione di movimento, di cose che succedono, di flow, eppure subito pronte a ricomporsi al momento di lasciare di nuovo spazio a chitarra acustica, voce e tastiera: la poliedricità di queste cuffie ne fa un acquisto consigliatissimo per ogni genere di musica, dal jazz al metal, a patto che si apprezzi una resa dinamica e non particolarmente neutra (nonostante la dicitura studio monitor impressa su entrambi i padiglioni). Con le Yongle IP-802 l'arpeggio di chitarra viene portato leggermente in secondo piano, il passaggio sulle tastiere perde di definizione ed i bassi subiscono, a parità di equalizzazione con le cuffie concorrenti, un minimo di distorsione. Dove le cinesine recuperano è nel corso della strofa iniziale: sofferenti nei passaggi più pieni e complessi, le Yongle riescono però a suonare dolci e rotonde quando il compito è meno gravoso, capaci di un suono musicale che le fa apprezzare, se non altro, con simpatia. Ad un dettaglio nettamente inferiore (nella resa dei piatti, nei contorni della voce, nella sensazione ridotta di spazio attorno agli strumenti) le cuffie da otto euro contrappongono un'apprezzabile piacevolezza nella resa dei suoni acustici e delle frequenze medio-basse, in una composizione equilibrata e scorrevole della scena sonora. Le frequenze medie (voce e tastiera) tendono invece a perdersi nei passaggi più complessi, sopraffatte dalle spigolature di chitarre e batteria, come se le cuffie preferissero portarle in secondo piano per scongiurare il rischio di una scena troppo piena e confusa. Superata decorosamente la prima prova, portiamo la sfida sul campo insidioso di Electric Hoedown (Havin' a Bad Day, 1987), traccia strumentale composta dal guitar virtuoso Dweezil Zappa per il suo album di debutto. La canzone è una vera e propria traccia audiofila, piena di dettaglio, note in rapida successione, repentini decadimenti ed abbondanti virtuosismi alle sei ed alle quattro corde. Le Superlux fanno quello che possono, garantendo comunque un ascolto piacevole: la resa dell'ensemble è certamente buona, anche se si avverte una mancanza di autorità nel presentare la scena in un modo più elegante e raffinato. Il brano suona agile ma non soffuso ed intellettuale come dovrebbe, charleston e chitarra predominano sulle altre componenti ritmiche, l'immagine prende forma più come un'onesta somma di parti che come un tutto colto nel suo svolgimento organico. La resa delle Yongle non è affatto migliore, tuttavia la loro musicalità permette di disinteressarsi completamente al dettaglio a favore di una ricostruzione inesatta ma scorrevole: alzando subito bandiera bianca, le economiche cinesi riescono a portare a casa una prestazione decorosa e scanzonata, dimentica di qualsiasi complessità, nel quale una funzionale mediocrità avvolge gli strumenti in nome di un tutto democratico, semplificato fino all'eccesso e di facile ascolto. Chitarra, basso e batteria diventano quasi un unico strumento, ma senza che si possa parlare di una cacofonica confusione: la performance delle cuffie assomiglia piuttosto ad un'onorevole resa, servita con onestà ed evitando quelle forzature che possono rendere un ascolto stancante. 


Concludiamo la prova in scioltezza, con l'ammaliante dolcezza di As Common As dei danesi D-A-D (Everything Glows, 2000), una piccola perla da ascoltare e riascoltare perdendosi tra atmosfere languide e testi pungenti. La resa quasi acustica permette di cogliere, al primo ascolto con le Superlux, i dettagli della voce, del rullante e del basso. La canzone affascina al momento dell'apertura del ritornello, durante il quale - quasi uscendo dall'ombra - si viene avvolti dalla bellezza universale di cori femminili crescenti, effetti elettronici ed un assolo di chitarra semplice e malinconico nella sua caducità. Le Superlux rendono senza problemi questa alternanza di luci e passaggi, stabilendo una sorta di complicità con gli artisti, quasi assecondandone le intenzioni, muovendosi all'unisono in nome di uno spettacolo che, più di ogni altra cosa, sappia e possa divertire. Esaltate dal basso di Stig Pedersen, anche le Yongle trovano un loro modo di dipanare la colorata matassa del brano: nonostante un approccio meno convinto, meno tridimensionale e generalmente meno vibrante, anche le cuffie più economiche riescono a restituire un quadro coinvolgente al momento del ritornello, che però sembra privilegiare le componenti elettroniche a discapito di quelle vocali. Ugualmente musicale, la prestazione delle Yongle si dischiude su chitarre, piatti e basso, come risulta evidente al momento dell'assolo: le cuffie riescono comunque a restituire un discreto dettaglio anche nelle parti più tranquille, svolgendo un compito sufficiente e prevedibile, che è possibile migliorare agendo con qualche accortezza "perequativa" sull'equalizzazione. A conti fatti le IP-802 dimostrano di essere un paio di cuffie assolutamente decorose, ancora più apprezzabili al momento di valutare un prezzo che comprende (ma come fanno?) anche le spese di spedizione per via aerea. Non siamo certo al cospetto di un acquisto obbligato (le Superlux lo sono, anche se costano circa il quadruplo), quanto di un prodotto che si lascia ascoltare senza difficoltà, onesto e discretamente musicale, conscio dei propri limiti ed adattissimo per chi sia alla ricerca di un'economica cuffia da battaglia da abbinare ogni giorno, anche grazie al microfono incluso, al proprio telefono cellulare.

[6]

Nessun commento :

Posta un commento